Captain Fantastic.

03.01.2017 13:38

Ben vive con la moglie e i sei figli, isolato dal mondo nelle foreste del Pacifico nord-occidentale. Cerca di crescere i suoi figli nel migliore dei modi, infondendo in essi una connessione primordiale con la natura. Quando una tragedia colpisce la famiglia, Ben è costretto suo malgrado a lasciare la vita che si era creato, per affrontare il mondo reale, fatto di pericoli ed emozioni che i suoi figli non conoscono.

La follia umana, no non quella mentale, ma quella di vivere alienati nella vita che si è scelti o che gli altri hanno scelto per te può manifestarsi in vari modi. Da una parte abbiamo quella che Ben sceglie per i suoi figli, una vita all'apparenza meravigliosa e davvero tale ma che purtroppo ha isolato completamente i 6 ragazzi da ciò che è il resto del mondo, incapaci di comunicare con quelli che lo popolano, talmente diversi in modi di fare e di esprimersi. Dall'altra parte però abbiamo il mondo che tutti conosciamo, quello del consumismo estremo, della sedentarietà celebrata, quella dove i fast food sono i nuovi pranzi di famiglia, dove la corsa allo shopping sostituisce la corsa tra i boschi che la "strana" famiglia di Ben fa tutti i giorni, dove la tecnologia è il nuovo dio e la sottomissione ad essa il nuovo comandamento. Parliamo di due posizioni estreme, seppur opposte, ma a differenza del mondo, che continuerà ad andare avanti schiavo del proprio "sviluppo", Ben saprà riconoscere i suoi sbagli integrando, in parte, la sua famiglia al resto della gente. Dall'inizio alla fine però, malgrado i cambiamenti che l'impatto con la società provocherà, la narrazione non perde mai il suo ruolo di portavoce per la libertà del singolo rispetto ai molti e la ribellione della famiglia di Ben non avrà mai fine, proseguendo nel suo percorso di armonia con la natura, di autencitità e reattività nelle azione e nei pensieri, tribù di unici veri anticonformisti all'interno di un mondo pieno di falsi anticonformisti tutti uguali.
Questo meraviglioso risultato è merito di un'ottima regia e di un altrettanto profonda sceneggiatura, di scelte musicali bellissime così come la fotografia e di un cast che dal primo all'ultimo nome offre delle performance eccellenti per una di quelle pellicole, forse sempre più rare, che insegnano qualcosa.

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La bellezza del grande schermo. ferroni05@live.com